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È comune nella pratica clinica, specie ove si effettui un adeguato screening in età di accrescimento, il riscontro di accentuazioni della curva cifotica che pongono, per tipizzazione e stadio evolutivo, problemi decisionali su opportunità di un trattamento e tipo dello stesso: il riscontro, attualmente molto frequente, di un semplice vizio posturale deve indurre in primo luogo ad un’attenzione particolare nei controlli ed alla prescrizione di un’attività capace di migliorare la postura stessa del soggetto (generalmente in gruppo, che si tratti di kinesiterapia o di ginnastica); al rilievo di ipercifosi posturali ma in via di strutturazione (si evidenziano facilmente per la presenza di una parziale rigidità), o di ipercifosi in colonne con lievi indizi iniziali di osteocondrosi, deve far seguito un’adeguata ortesizzazione (trattamento mediante corsetto ortopedico), unico mezzo in grado, nella stragrande maggioranza dei casi, di scongiurare l’evoluzione di una patologia troppo spesso sottovalutata.
Il riscontro di forme in fase più avanzata pone invece indicazione, quando possibile, ad un trattamento più “invasivo” mediante corsetti inamovibili in vetroresina per un periodo adeguato, seguito da mantenimento con ortesi mobili.
L’ortesi mobile che utilizziamo elettivamente è il corsetto antigravitario tipo MAGUELONE, così denominato in quanto basato sui principi correttivi della cifosi enunciati da Perdriolle.
Il corsetto in questione è un’ortesi bivalva, con punti di spinta dorsale, sacrale, addominale e acromiale. Inizialmente utilizzato nei casi meno importanti, ha via via conquistato piena fiducia grazie ad una sicura affidabilità terapeutica ed alla non meno importante tollerabilità da parte del paziente.
Non va infatti dimenticato che trattiamo soggetti in età adolescenziale, e che ortesi troppo costrittive od evidenti sono spesso causa di scarsa collaborazione da parte del paziente con annullamento dell’intento terapeutico.
IL CORSETTO MAGUELONE
La terapia prevede un periodo iniziale di CORSETTO a tempo pieno, mediamente da 6 (ipercifosi “posturali” parzialmente rigide) a 24 mesi (osteocondrosi); tale fase è necessaria per ottenere una correzione adeguata e costituisce un buon presupposto per un’adeguata prosecuzione del trattamento. Nei casi di minor rilevanza, ipercifosi non rigide ma resistenti alla kinesiterapia, può essere intrapreso un trattamento a tempo ridotto, 18 – 20 ore su 24, sin dall’inizio; tale pratica è meglio accettata dal paziente, che può liberarsi dall’ortesi almeno in parte delle ore di “vita sociale”, come le ore scolastiche. Va peraltro sottolineato che le ore di trattamento indicate devono essere continuative, e non frazionate.
Il periodo di progressivo divezzamento prevede fasi a 18, 12 e 8 ore su 24, calibrate per durata in rapporto all’evoluzione obiettiva della patologia ed all’età scheletrica del soggetto.
Ipercifosi dorsale trattata per un anno con corsetto MG