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Ipercifosi Dorsale





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Che cos’è l’ipercifosi dorsale

La colonna vertebrale vista di profilo presenta normalmente alcune curvature,
probabile frutto di esigenze funzionali durante l’evoluzione della specie (passaggio alla
deambulazione bipede, necessità di orientare il capo e lo sguardo, e di liberare gli arti
superiori da funzioni di appoggio).
Vengono definite lordosi quelle a concavità posteriore (cervicale e lombare) e cifosi quelle
a concavità anteriore (toracica o dorsale, e sacrale). Queste curvature sono da
considerarsi fisiologiche (“normali”) quando si mantengono entro determinati limiti di
ampiezza angolare.
E’ possibile evidenziare con l’esame obiettivo, specie ove si effettui un adeguato screening
in età di accrescimento, il riscontro di accentuazione della curva cifotica toracica che pone
indicazioni ad un approfondimento diagnostico ed un’adeguata terapia.
Nella forma più comune di accentuazione della cifosi parliamo di “dorso curvo posturale”,
forma in grave aumento per il consistente cambiamento di abitudini motorie e posturali in
età di accrescimento : i ragazzi praticano minore attività motoria e sportiva, usano in modo
continuativo strumenti elettronici che favoriscono posture scorrette
(cellulare, tablet, play station ecc); la caratteristica che distingue facilmente questa tipologia di ipercifosi è
l’assoluta correggibilità della curvatura, attiva e passiva.
Nella maggior parte di questi casi è sufficiente il ricorso a kinesiterapia e ginnastica per
recuperare un atteggiamento più corretto della colonna.
Quando invece si noti una rigidità, anche modesta e localizzata, di un tratto di cifosi, il
discorso cambia sostanzialmente, dato che non ci troviamo più di fronte ad un semplice
atteggiamento.
Alcune di queste forme di ipercifosi rigide sono riconducibili a patologie specifiche, tra cui
la più frequente è il Morbo di Scheuermann (osteocondrosi vertebrale), mentre in altri casi
non si evidenzia un’origine specifica (forme “idiopatiche”).

Come si cura l’ipercifosi dorsale

È comune nella pratica clinica, specie ove si effettui un adeguato screening in età di accrescimento, il riscontro di accentuazioni della curva cifotica che pongono, per tipizzazione e stadio evolutivo, problemi decisionali su opportunità di un trattamento e tipo dello stesso: il riscontro, attualmente molto frequente, di un semplice vizio posturale deve indurre in primo luogo ad un’attenzione particolare nei controlli ed alla prescrizione di un’attività capace di migliorare la postura stessa del soggetto (generalmente in gruppo, che si tratti di kinesiterapia o di ginnastica); al rilievo di ipercifosi posturali ma in via di strutturazione (si evidenziano facilmente per la presenza di una parziale rigidità), o di ipercifosi in colonne con lievi indizi iniziali di osteocondrosi, deve far seguito un’adeguata ortesizzazione (trattamento mediante corsetto ortopedico), unico mezzo in grado, nella stragrande maggioranza dei casi, di scongiurare l’evoluzione di una patologia troppo spesso sottovalutata.
Il riscontro di forme in fase più avanzata pone invece indicazione, quando possibile, ad un trattamento più “invasivo” mediante corsetti inamovibili in vetroresina per un periodo adeguato, seguito da mantenimento con ortesi mobili.
L’ortesi mobile che utilizziamo elettivamente è il corsetto antigravitario tipo MAGUELONE, così denominato in quanto basato sui principi correttivi della cifosi enunciati da Perdriolle.
Il corsetto in questione è un’ortesi bivalva, con punti di spinta dorsale, sacrale, addominale e acromiale. Inizialmente utilizzato nei casi meno importanti, ha via via conquistato piena fiducia grazie ad una sicura affidabilità terapeutica ed alla non meno importante tollerabilità da parte del paziente.
Non va infatti dimenticato che trattiamo soggetti in età adolescenziale, e che ortesi troppo costrittive od evidenti sono spesso causa di scarsa collaborazione da parte del paziente con annullamento dell’intento terapeutico.

IL CORSETTO MAGUELONE

                




La terapia prevede un periodo iniziale di CORSETTO a tempo pieno, mediamente da 6 (ipercifosi “posturali” parzialmente rigide) a 24 mesi (osteocondrosi); tale fase è necessaria per ottenere una correzione adeguata e costituisce un buon presupposto per un’adeguata prosecuzione del trattamento. Nei casi di minor rilevanza, ipercifosi non rigide ma resistenti alla kinesiterapia, può essere intrapreso un trattamento a tempo ridotto, 18 – 20 ore su 24, sin dall’inizio; tale pratica è meglio accettata dal paziente, che può liberarsi dall’ortesi almeno in parte delle ore di “vita sociale”, come le ore scolastiche. Va peraltro sottolineato che le ore di trattamento indicate devono essere continuative, e non frazionate.

Il periodo di progressivo divezzamento prevede fasi a 18, 12 e 8 ore su 24, calibrate per durata in rapporto all’evoluzione obiettiva della patologia ed all’età scheletrica del soggetto.

Ipercifosi dorsale trattata per un anno con corsetto MG

                   



Dott. Giovanni Rainero – Milano

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